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COPPA TERRITORIALE - PROV. DI SIENA

 

3° TURNO

 

RADDESE - USAP ASD ELE.MAC 2-2 (1-1)

 

 

 

RADDESE - USAP ASD ELE.MAC 2-2 (1-1)

 

Radda in Chianti, 17/10/2017

 

Raddese - Porciatti, Chellini, Butini L. (51' Pagni); Sampoli, Sandrelli, Fanetti; Pometti (53' Corona), Semplici (75' Bulli), Amato (24' Grazzini), Midollini, Rossi (41' Butini r.).

A disposizione: Bazzo, Morandini, Arzen.

All. Matteuzzi.

 

USAP - Volpi, Castaldo, Bertola; Pruneti, Cipriani, Leoncini; Fedi, Masseti (51' Giannini), Boldrini, Puccio (64' Trotta), Aliou (41' Rea).

A disposizione: Romano, Meniconi, Coppola, Sanguigni, Lippiello, Pucci.

All. Pellegrino.

 

Arbitro: Sig. Bandinelli di vico d'Elsa.

 

Reti: 2' Amato rig. (R), 26' Puccio rig. (U), 80+2' Bulli (R), 80+3' Giannini (U).

 

NOTE: In una serata splendida e stellata, su di un campo morbido, vellutato e verdissimo, per una partita socievole e piacevole, a cui hanno assistito la bellezza di 32 spettatori (fra i quali si notano, interessate allo sviluppo del gioco, le locali atlete del calcio a 5 Radda, al termine della personale seduta di allenamento) il sig. Bandinelli ha alzato il cartellino giallo nei confronti di: Butini R., Midollini e ....... Butini R. (???).......(forse).

 

Ritornato sul Pianeta Terra in pace con i cavernicoli dopo il blitz di Cagliari, prefigurante una smentita al mio precedente vaticinio, mi devo immergere in un ulteriore patema d'animo, tutto costruito in una ripresa da tregenda e dettato dal patibolare finale di partita (tabellino dixit!).

 

Alle risultanze finali l'Usap Asd Ele.Mac passa il primo turno a gironi della NCT (Nuova Coppa Territoriale), inventata di sana pianta per ovviare alla deturpazione di cui dobbiamo ringraziare tutti sanno chi, con la lingua penzoloni ed un Fiuuu lungo un chilometro e mezzo. Di fronte ad una Raddese intimidita ed intimorita dalla veemente reazione del primo tempo, da caratteristica squadra blasonata, dell'Usap al goal subito dopo neanche due minuti, ma gagliardamente battagliera, intraprendente e, a tratti, imprendibile nel corso di una ripresa dove gli ospiti effettuano il loro unico (determinante) tiro in porta soltanto a 4 secondi dalla fine, l'Usap ha conosciuto l'effigie traslata in campo del bastone e della carota (anche se, in questo caso, succedutisi al contrario).  Un rovescio della medaglia quasi a voltagabbana (senza voler disturbatore il vincitore di Sanremo) come se nella ripresa la squadra rotonda, arrembante, non bella a vedersi, ma determinata ad entrare in possesso totale della partita, fosse stata cambiata di sana pianta con undici brutte copie di sè stessi, subito e alla lunga, in balìa di una Raddese onesta, pratica, essenziale e, soprattutto, dal tasso agonistico molto più elevato di quello ospite.

 

E' vero che, se l'Usap avesse segnato la metà delle reti che ha sbagliato nel corso del primo tempo, non ci sarebbe stata partita, ma non lo ha fatto e consegnarsi, armi e bagagli, con evidenti limiti anche di personalità ( con esclusione di Cipriani, Volpi e Castaldo, di gran lunga i migliori nelle fila gialloblù - in maglia biancopanna), alla voracità rinata della Raddese l'ha costretta ad abbracciare un cammino talmente in salita tale da sfiorare la brutta figura.

 

Di fatto la partita era iniziata in salita per l'Usap, con l'assegnazione di un calcio di rigore alla Raddese da parte di un presente Sig. Bandinelli (era proprio lì dietro) dopo soltanto due minuti, sul frano di Leoncini su Amato in piena area per contendersi un pallone alto. Lo stesso Amato realizza dal dischetto spiazzando l'esordiente (nelle fila dell'Usap) Volpi.

 

Tuttavia il colpo dello svantaggio viene assorbito con nonchalance dall'Usap, conscia della sua naturale superiorità tecnica avvalorata, vieppiù, dalla differenza di categoria. Al 5', difatti, una veloce combinazione libera Puccio sulla destra per un diagonale che Porciatti para, ma non trattiene, e ci vuole tutta la caparbietà e prontezza di riflessi di Fanetti per anticipare il tap-in vincente dell'appostato Boldrini e respingere la minaccia.

 

L'Usap si appropria con forza e padronanza del centrocampo, bivaccando constantemente nella tre quarti avversaria, pur facendo a meno del tramite di passaggio dei due centrali Masseti e Pruneti (più adoprati in sede di recupero che in quella di proposizione). Si giunge, pertanto, al 9' con una invitante punizione al limite dell'area che Puccio trasmigra verso l'angolo lontano dalla presa di Porciatti, ma leggermente troppo alta. Mentre al 14' Aliou inscena la prima delle sue profonde incursioni sul fronte destro fino ad arrivare a tu per tu con l'estremo difensore locale, costringendolo alla difficoltosa risposta a terra.

 

Il ragazzo senegalese dell'Usap affonda, poi, al 17' in contropiede servendo palla nel cuore dell'area dove Puccio fa velo per l'incursione solitaria di Boldrini che ha il difetto di voler controllare, anziché battere al volo, consentendo a Porciatti la tempestiva chiusura dello specchio di porta per ribattergli la conclusione ravvicinata.

 

Lo stesso Aliou si ripropone al 20' raggiungendo la riga di fondo fino a crossare al centro dell'area, laddove arriva in corsa Masseti per un preciso diagonale verso l'angolo alto opposto sul quale ancora Porciatti si esibisce in una acrobatica deviazione in calcio d'angolo.

 

La risposta della Raddese è praticamente nulla, si concede timida e timorosa alla preponderante forza avversaria senza rispondere mai, tanto più che, al 24', deve rinunciare anche al suo bomber Amato per infortunio, sostituito da Grazzini che va ad infoltire la proposta di centrocampo.

 

Ma la prepotente pressione dell'Usap fin nel cuore dei sedici metri avversari doveva, giocoforza, ottenere quel risultato fortemente inseguito. Al 26' ancora una tambureggiante azione da sfondamento centrale di Puccio e Masseti provoca un piccolo guazzabuglio entro il limite dell'area dove se ne esce Fedi che viene toccato sul piede d'appoggio da un difensore finendo "longo" disteso nella "red zone". Secondo rigore fischiato dal Sig, Bandinelli. Sul piatto va Puccio che realizza, con il brivido, poiché il forte tiro passa sotto il braccio proteso dell'intuitivo Porciatti.

 

Raggiunto il pari che riassesta la partita, l'Usap prosegue con il suo predominio territoriale premendo continuativamente la Raddese nei propri sedici metri nell'intento di conseguire un vantaggio che pensa di dover meritare. Ma l'azione si fa più farraginosa e meno lucida, sono frequenti gli errori di misura e le palle che sfuggono e divengono facile preda dell'attenta difesa locale sul quale emerge, per tempismo e bontà tattica, Sandrelli.

 

Alla fine del tempo affiora anche qualche scoria di latente fatica che annebbia le idee, ancorché mascherata dall'inesistenza dell'attacco locale rispetto alla perfezione e praticità della difesa ospite.

 

Ecco, una volta mandata in archivio tutta la sequenza di questo brillante primo tempo dell'Usap, scordiamoci completamente che sia avvenuto alla breve distanza di dodici minuti, esattamente il tempo che l'ha separato dall'inizio della ripresa.

 

E' vero che all'imbocco dal (metaforico) tunnel appare la sostituzione di Rea con (lo stanco?) Aliou, che azzera una delle armi d'attacco più importanti dell'Usap finora, ma il calo di ritmo, di pressione e senso agonistico, contagia un po' tutta la squadra, con esclusione di Cipriani e Castaldo che, come si è detto, iniziano a fare un lavorone anche per gli altri.

 

Dal canto suo la Raddese, che fa entrare R. Butini in luogo dello spento Rossi, entra in campo con un piglio decisamente diverso e più accentuato, aumentando i giri di velocità e pressing, applicandosi sulle tecniche elementari (l'uno/due che non riesce mai all'Usap) e concentrando i suoi effettivi ad intasar le linee di passaggio, mossa che le consente di riconquistare un numero notevole di palloni lasciando in difficoltà operativa, soprattutto, il centrocampo avversario.

 

La pericolosità delle giocate locali assume contorni reali al 50' allorchè una veloce combinazione di passaggi al volo smarca Grazzini abbastanza libero sul versante sinistro dell'area dell'Usap e, sull'uscita accennata da Volpi, il suo tiro sorvola tutta la traversa accarezzandola all'altezza dell'angolo opposto.

 

Vengono ufficializzate, pertanto, tutte le difficoltà degli ospiti ad arginare la verve della Raddese. I locali riescono a sfondare più volte sul fronte destro dove Fedi latita sia in fase di costruzione che in quella di copertura costringendo Bertola a rinculare pericolosamente ed a spremere energie preziose dalle sue autonomie.

 

Prima Castaldo con un taglio intuitivo a chiudere di testa a centro area, poi Volpi con un'uscita perentoria sulla testa di Midollini risolvono altrettante situazioni che è meglio non verificare altrimenti.

 

Lo stesso Giannini, subentrato a Masseti al 51', aspetta quasi un quarto d'ora prima di entrare appieno nel merito della partita ed i cambi fitti di Matteuzzi (Pagni x L. Butini e Corona x Pometti) servono per infondere nuova linfa agonistica ad un dispositivo che sta progressivamente demolendo fisicamente un'avversaria, a tratti, alle corde dinamiche della manovra.

 

Pellegrino si gioca anche la carta Trotta per Puccio alle viste di un attacco che appare troppo spuntato rispetto alla proposizione che fa nell'area locale (dentro quattro volte, zero tiri).

 

Quando nello spazio di due minuti (al 70' con tiro al volo da fuori area di Semplici su cui Volpi si esibisce in una deviazione volando da palo a palo; e al 72' quando Bertola, pressato da vicino, azzarda un retropassaggio su cui Leoncini anticipa d'un soffio R. Butini, davanti alla porta da solo) la Raddese avvicina pericolosamente il vantaggio, l'atmosfera si fa incandescente in casa Usap. Si affida tutto alla verve di Trotta per tenere il pallone più lontano possibile dalla propia area; al 74' riesce a sfuggire via all'attenta marcatura di Chellini entrando in area dalla riga di fondo destra, ma non trovando nessun compagno ad attendere il suo passaggio per un rimorchio.

 

Matteuzzi, un minuto dopo, tenta l'ultima carta inserendo il proprio badarighe (sostituito nel suo incarico) al posto d'un Semplici bravo, ma spompato. Ed  è una carta vincente poiché allo scadere del secondo minuto di recupero il nuovo entrato intercetta con tempismo un cross proveniente dalla sinistra da una punizione ingenuamente provocata da Leoncini, freddando Volpi sottomisura a guisa di Pavoletti con Perin!

 

Diviene una specie di apoteosi raddese per un goal che significa passaggio del turno, insperato magari alle viste dell'impegno da intraprendere, delle difficoltà di classifica, dopo un primo tempo in sofferenza, ma meritato in relazione alla splendente ripresa effettuata in contrafforza a quella pessima dell'Usap. Ed è qui che germoglia l'errore capitale della Raddese: l'aver dato per acquisito il risultato e sottovalutato la rabbia della rivale, con un rilassamento globale che presenta il suo salato conto.

 

L'Usap raccoglie palla, va a battere dal centro del campo, si fionda verticalmente verso la porta della Raddese e .... sfonda! Un passaggio filtrante mette Giannini a tu per tu con Porciatti e lo buca per un pareggio ancor più eclatante, appena ventotto secondi dopo il goal subito!

 

L'apotesi cambia di scenario. Sono le maglie bianche dell'Usap che esultano alla fine dei giochi ed al sig. Bandinelli restano soltanto gli ultimi attimi per decretare definitivamente il ..... movimentato nulla di fatto, che premia l'Usap.

 

Gran delusione, naturalmente, nell'entourage locale che poteva fare tesoro del gran secondo tempo sviluppato sia sul piano agonistico che della determinazione emotiva e tattica.

 

Un tesoro che deve sviluppare, invece, l'Usap nel codificare  che gli improvvisi cali di tensione, in particolare con l'approccio alla ripresa, non possono essere concessi e dilazionati contro nessun avversario. Da lì in poi (.... poi) rafforzare i momenti ed i motivi di gradimento per dargli quel prolungamento nella trama della partita che meritano e, soprattutto, anelano di essere sviluppati.

 

                                                                                                                                    Mariano Rocchetta

 


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