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SI PARTE PER LA NUOVA STAGIONE

prima amichevole con La Trieste

 

Usap - Trieste  2-2

 

Colle val d' Elsa 13-09-2017

 

PREMESSA

 

Dovendo spurgare le delusioni del Friuli, da dove è arrivata l’inattesa sconfitta derivata dalla inesistente punizione ignobilmente assegnata dal Maresciallo Maresca e, di cui, la V.A.R. (Very Advaulant Roadkill) non può asserire alcunché essendone azione vietata – a differenza dell’espulsione postuma (6’34” dopo) del Berto per il fallaccio sull’udinese rantolante e, poco dopo, scalpitante, a differenza del Biraschi che va a visitare l’ospedale locale sul fallaccio di Behrami [già ammonito e non riammonito ……… mah! (se avesse avuto la “U” al posto della “I” l’esito sarebbe stato diametralmente opposto…..)] – vien d’uopo, d’acchito e in conseguenza, tuffarsi nella prima rappresentazione amichevole dell’Usap Asd Elemac all’imbocco del campionato UISP Provinciale senese – Categoria Eccellenza - 2017/2018.

 

Avversario di turno è la Polisportiva Trieste che andrà ad accingersi nel campionato subitaneo, nello sporadico Girone A, minato e defalcato dall’elefentiaco organigramma del sud-est provinciale.

 

Teatro scenico è il brillante “Camp Deu” di Colle Val d’Elsa, dotato di confortevoli spogliatoi, tribune ed accessori, in piena attesa che i giovinotti colligiani e poggibonsesi terminino la loro fatica nell’avanspettacolo della serata (per la cronaca i ragazzi (ni) del mitico mister Pasquini trionfano ai rigori).

 

ANTEFATTO LOGICO

 

L’arrivo degli ultimi dirigenti nell’entrone dello spogliatoio locale (io e i’ Biotti), coglie Mister Max in piena illustrazione delle condotte di gioco e del funzionamento in partita. Ad una prima occhiata si avverte l’attenzione circostanzialmente deferente dei vecchi che ripassano mentalmente le lezioni già intraprese nel corso dell’ultimo triennio, mentre quella dei nuovi è artatamente rapita dalla logica fluidità dell’espressionismo di mister Max, nell’intento di apprendere il più avidamente possibile i salvacondotti ideali per appropriarsi di gerarchie in pieno rivoluzionamento.

Non manca la battuta nel decorso del Mister, anche se viene colta con un pizzico di exhitation….

Eguale periodo di gestazione viene intrapreso all’interno dello spogliatoio ospite, ma devo, comunque, sottolineare l’estrema disponibilità, in una difficoltà oggettivamente tendenziale, del Trieste’s Deus ex machina, Mister Roberto Betti.

 

ECCO IL CAMPO

 

Agli ordini di un compenetrato Sig. De Sanctis le due squadre sciamano sul verdissimo tappeto colligiano nelle seguenti formazioni:

 

USAP (4-4-2 – più rigido che mobile) : Meniconi; Lippiello, Forte, Cipriani, F. Rocchi; Fedi, Pruneti, Giannini, Masseti; Trotta, Boldrini.

 

TRIESTE (3-5-2 – agile, ma compassato) : Lainati; Fiorenzani, Martinelli, Giusti; Di Cola, D. Rocchi, Cicogna, Sarmiento, Macinai; Catana, Taccioli.

 

Le prime schermaglie sono agili in sede ospite (segnale, forse, di poche sedute d’allenamento nelle gambe), farraginose in campo locale (dove, al contrario, si fanno sentire i carichi di lavoro).

 

Tuttavia la prima parvenza d’occasione è dell’Usap al 7’ allorché Boldro Boldrini giunge fuori tempo per la deviazione sotto porta sul centro invitante di Trotta.

 

La risposta della Trieste è…… il gol del vantaggio al 10’!

 

CAMMEO

 

Il primo portiere stagionale dell’Usap è Meniconi che, partendo inizialmente in terza fila, accanto a Raikkonen, si ritrova a comandare la difesa stante le defaillances fisiche di titolare e prima riserva.

 

Ed è forse un pizzico di emozione, collegata ad una brandello di sufficienza, che gli fa sfuggire di mano un pallone già abbrancato in uscita tempestiva, saponettando il successivo controllo fino ad essere costretto ad agganciare, con la mano, il piede di Taccioli (a cui non par vero di approfittarne visto che il pallone era già al limite della linea di fondo) per un sacrosanto rigore che Catana non ha difficoltà a realizzare spiazzando l’incauto portiere locale.

 

REAZIONE

 

E’ tutta nello spunto di “furetto” Trotta al 14’ che abbandona l’altra fascia per esibirsi sulla sinistra, facendo secco nettamente il difensore in dribbling, entrare in area e mettere un pallone dietro, al rimorchio di Fedi, che, però, cicca malamente l’invitante occasione consegnando il pallone sul fondo opposto.

 

TRAN TRAN

 

Il mezzo del tempo è una continua ricerca della pietra filosofale con il collaudato centrocampo dell’Usap che non fa una sola delle cose invitate dal Mister nell’antefatto, preferendo basarsi sul conosciuto e procedere di concerto su strade praticate.

 

Di suo canto la Trieste alterna folate di pura velocità, nel quale va ad impensierire, ma mai ad infrangere una difesa locale tenuta insieme con la coccoina, a pausa compassate nel quale rifiatare e limitarsi a porre attenzione alla verve di Trotta, in particolare, od alle estemporaneità di qualche inserimento dei centrocampisti in un contesto abbastanza arruffato.

 

IL LAMPO

 

E’ quello di Boldro Boldrini che vagola macchinosamente per l’arco dell’attacco per la buona prima mezz’ora alla ricerca di una giocata e, soprattutto, di una condizione che ne corrobori l’infinita voglia.

 

Al 31’, tuttavia ecco il centravanti locale allargarsi sul fronte sinistro, sugli sviluppi dell’azione che s’avvia dalla destra e, sul passaggio in diagonale di Fedi, va ad impattare di primo acchito con il sinistro dal limite dell’area prendendo in controtempo Lainati con un forte diagonale a mezz’altezza.

 

MA SI SCHERZA DAVVERO?

 

E’ quello che, molto probabilmente, avrebbe esclamato il mio amico Moreno all’atto del nuovo vantaggio della Trieste al 39’!

Nell’ambito di un’azione d’attacco degli ospiti che sembrava già finita non appena iniziata, scaturisce una ferale incomprensione fra Lippiello e Forte, con quest’ultimo che, perdipiù, perde l’equilibrio del corpo lasciando la palla nella piena disponibilità del “Falco” Catana (che ringrazia con un colpetto sulla tesa del cappello) e supera l’uscita del sorpreso Meniconi con un tocco nell’angolo lontano.

 

TERMINE PRIMO TEMPO E CONSIDERAZIONI (superficiali)

 

E’ chiaramente la prima uscita dopo una decina di giorni (circa) di duro lavoro per smaltire le tossine post-campionato (scorso) e l’appesantimento e/o il rilassamento estivo.

 

Non si può (anzi, deve) pretendere che tutte le cose funzionino ad hoc e prendere con le molle, soprattutto, gli errori, che rappresentano l’aspetto dal quale partire per improntarsi ad un regolare e progressivo miglioramento.

 

Tuttavia si può inquadrare il complesso tattico ancora intatto, pur nel mezzo di un gioco intermittente, il desiderio di correre e rincorrere e non dare per scontate cose che, adesso, appaiono difficili, ma che tendono a rientrare nel loro naturale alveo.

 

La Trieste ha palesato, a tratti, una maggior brillantezza, ma al cospetto  di uno schieramento alla ricerca del compasso e, come vedremo, con il limite di un ricambio ancora non all’altezza di chi parte. D. Rocchi palesa una bella propensione alla organizzazione, Di Cola agisce quasi sempre molto libero, ma non riesce proprio ad approfittarne

 

SECONDO TEMPO

 

La ripresa comincia con alcuni cambi iniziali nelle fila dell’Usap, che rivoluzionerà in corso d’opera l’assetto di partenza, e con una seconda squadra completa immessa dal tonante mister Betti.

 

USAP : (inutile ascrivere un modulo che cambia ad ogni fronda di cambio) Meniconi (75’ Romano); S. Castaldo, Cipriani (53’ Leoncini), Forte (60’ Pucci), S. Rocchi; Pogosean, Coppola, Giannini (58’ Sanguigni), Vezzosi; Trotta (48’ Rea), Boldrini (65’ Trotta).

 

TRIESTE (sempre 3-5-2, ma più stanco) : Favilli; Petreni, Voltolini, Meli; Coppi, Pastore, Vagellini, Pallini, Sardo; Cantagalli, Vannuccini.

 

L’avvio della ripresa è paritetica con le formazioni che si affrontano a viso aperto, pur senza riuscire ad offendere,

 

Ma l’inizio della Trieste è aleatorio ed effimero, non dura neanche una decina di minuti e quando l’Usap affonda con la punizione battuta magistralmente in piena area da Pogosean al 49’, la palla sfila tutta l’area fino al ben appostato Coppola (erede della fascia da capitano dell’alpino Pruneti) che non ha difficoltà a realizzare il pareggio sottomisura.

 

La seconda parte del tempo non è che uno stucchevole monologo, spesso incompiuto, dell’Usap alla ricerca di quell’azione e del goal che darebbe un senso vincente alla prima uscita amichevole stagionale.

 

Ma, come a tratti nel primo tempo, è l’estemporaneità che ha la meglio sulla mole di gioco.

 

Intendiamoci, l’Usap preme con frequenza e con forza l’avversaria nei propri sobborghi, ma alcune azioni che partono promettenti (e anche fantasiose – vedi alcuni guizzi di Rea), non vengono corroborati da quella continuità necessaria a farle uscire dallo stato embrionale di pericolosità per trasformarle in decisive.

 

Pertanto, in un paio di occasioni fa bella figura Favilli con interventi sbroglia matassa, in altri la figura “cacina” è degli avanti gialloblù, in altri è la fermezza difensiva della Trieste a sventare proprio sul più bello trame che bramerebbero diventar rime.

 

E, tutto sommato, si può sottolineare che la levatura media dell’indottrinamento tecnico tattico dell’Usap è abbastanza propagata nell’arco di tutta la rosa a disposizione del Mister Max Pellegrino.

 

CONSIDERAZIONI POSTUME

 

In questa prima uscita l’Usap era orfana di alcune pedine fondamentali negli scenari che possono essere intrapresi in questa nuova stagione calcistica. E’ vero che non è bello, né gratificante far menzione di chi è assente in virtù dell’impegno di chi è presente. Pur tuttavia è un aspetto che andrà verificato nel complessivo del suo stanziamento, anche se già fin da sabato non si scherzerà più…. incombe la prima partita di Coppa, un torneino organizzato per ovviare alla defalcazione del campionato di cui, tutti, sappiamo benissimo chi ringraziare.

 

EPILOGO FINALE

 

Ed ora è il caso di tuffarsi ad esortare le nostre European Teams League a far meglio delle prestazioni delle tre nobili, con particolare riferimento alla battaglia di Arnhem (1516 – 1522): spremetevi ragazzi fino a conseguire la prestigiosa vittoria, costringete i bufali gialloneri a farvi stancare il più possibile ….. oh non è perché sono laziale (anche se in coppa tifo SEMPRE le italiane!), ma domenica la coppia degli ex Ciro-Sergej sarà a Marassi (se non ripiove) e….. più son stanchi e meglio è!

Dite che non tutti e due sono ex rossoblù? Invero! Ciro, seppur per una breve (e altalenante) stagione lo è stato. Sergej ha sognato di esserlo … poi si è risvegliato dall’incubo tutto madido di sudore……

 

 

Anche per quest’anno :                                                         Mariano Rocchetta


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