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COPPA TOSCANA: L'USAP TOSCANA LAMIERE IN RIMONTA FINALE VINCE IL PRIMO TURNO 

Le reti di Graziano e Provvedi negli ultimissimi minuti di gara aprono alla prossima trasferta con Le Cerbaie per tentare il passaggio del turno. Intanto anhce il Vico si è disfatto della Pol.Certaldo con doppietta di Lorini mentre il Campiglia vince ai rigori con il Mezzana grazie al proprio portiere Angelini pararigori. Il Monteriggioni invece cede ai rigori di fronte all'Hair Bust di Empoli.


 

 

Ecco le due formazioni iniziali di Usap e San Donato

COPPA TOSCANA 2015/2016    1° TURNO

 

USAP ASD TOSCANA LAMIERE-G.S. SAN DONATO R.C.G. 2-1 (0-0)

 

Colle di Val d’Elsa 18/11/2015

 

USAP Toscana Lamiere – Cucini, Damiani (52’ Pogosean), Rocchi S. (cap.); Pucci, Canocchi, Coppola; Cica (52’ Provedi), Diallo, Dainelli (56’ Graziano), Ciufegni (68’Rea), Vezzosi (41’ Giannini).

A disposizione: Vargas e F. Rocchi.

 

All. Pellegrino. 

 

SAN DONATO – Corona, Muro, Caroti; Lo Piano (41’ Shefquata), Fidanza P. ( 52’ Santoli), Meliani D. (66’ Maffei); Luschi (41’ Scarlatti), Sichi (52’ Di Sibio, Cervelli, Maelaini A. (52’ Fidanza M.), Santi.

A disposizione: Balassa.

 

All. Fanteria.

 

Terna Arbitrale Sezione di Pistoia: Sig. Morganti, coadiuvato dai Sigg.ri Neri e Scartabelli

 

Reti : 79’ Cervelli (S), 80’ Graziano (U), 81’ Provvedi (U).

 

Note: Serata progressivamente umida che comincia a far sentire i primi freddi brividi nelle ossa e nelle giunture, ingigantendo la gelida compostezza della seduta delle tribune. Terreno fertile, pesticciato qua e là, ma che consente l’ampio scorrimento della palla e l’ariosità delle aperture. Spettatori: 62, con folta quanto appassionata e composta rappresentanza ospite. Ammonito: S. Rocchi (U), così impara ad allontanarsi dalla battuta di una punizione.

 

79, 80, 81 è il terno secco uscito sulla ruota di Colle di Val d’Elsa che, se giocato appositamente, avrebbe portato anche fior di quattrini al fortunato possessore del tris vincente. Da qui partiamo per commentare la prima partita di Coppa Toscana dell’Usap Asd Toscana Lamiere 2015/16, da questi numeri fondamentali che vanno ad imprimersi, ed a confezionarla, nella storia della Società gialloblù di Via Senese a caratteri cubitali, stabilendo anche un paio di nuovi primati societari che ne vanno a rimpinguare e nobilitare un pedigrée di tutto livello: per la prima volta si assiste ad un ribaltone di risultato così repentino e, soprattutto, al cardiopalma; per la prima vola l’Usap vince tre partite consecutive in casa nella sua storia in Coppa Toscana.

Eppure l’avventura di quest’anno non era proprio iniziata sotto i migliori auspici a partire già in sede di sorteggio dove veniva confermata l’idiosincrasia della Società poggibonsese di pescare un girone abbordabile (almeno sulla carta), legato a stretto giro di posta, all’amara considerazione circa lo scarso feeling goduto nelle alte sfere regionali.

Il San Donato è, da sempre, un assiduo frequentatore delle fasi finali di campionati e coppe regionali, e già l’approcciarsi con una forte compagine del genere portava a considerare il confronto ai massimi livelli di guardia, ed anche la terza incomoda, Le Cerbaie, rappresenta sì un immediato e  piacevole ricordo per l’Usap (vittoria per 2-1 lo scorso anno), ma sono anche i semifinalisti della Coppa di Lega, nonché possessori di un albo d’oro di tutto rispetto, e l’inserimento in questo girone di ferro all’alba del generoso tentativo di una vera e propria rinascita, si propone sicuramente come banco di prova impegnativo, ma anche soddisfacente, nella misura e nell’ottica di testare polso, tendini e cervello a tutti i componenti la rosa di questa stagione.

Ed anche a livello di composizione della formazione da far scendere in campo si sono proposti numerosi punti di domanda legati a costrizioni, ma anche a scelte,  che hanno espresso accentuate novità in parte da testare, ed in parte da verificare.  Pertanto, se appare naturale l’avvicendamento trai pali di Vargas con Cucini e dei due esterni difensivi, il veterano Damiani ed il più giovane dei Rocchi  (peraltro promosso, piacevolmente, capitano, per l’occasione) in luogo di Pogosean e del fratello Fabio, fra costrizione e scelta è l’esperimento della doppia torre (Pucci e Canocchi) al centro della difesa poiché entrambi sono “liberi” di concezione e formazione, mentre un’evidente chance liberatoria viene offerta a Coppola di proporsi quale perno del centrocampo con Diallo e Vezzosi ai lati, lasciando a Ciufegni il compito di spaziare tra tre quarti e linee a dar man forte e servire la coppia, questa sì, inedita d’attacco formata da Cica e Dainelli. Una formazione che non ha (e non poteva) mai giocato assieme che, invece, ha reso semplice e funzionale tanti degli aspetti temuti in sede di approccio alla gara, che ha tenuto egregiamente il campo, senza furoreggiare, ma senza neanche concedere qualcosa agli avversari, e che ha rappresentato quella solida base di partenza per gli innesti della ripresa, nella quale si è confezionata, sparigliata e realizzata la partita. 

Entrando nel particolare si è assistito ad un primo tempo parecchio bloccato, dove la tattica l’ha fatta interamente da padrona su tecnica e proponimento offensivo e lo sfogo agonistico  è apparso l’elemento più attraente del gioco. L’Usap non ha mai patito in difesa, se si esclude un rimpallo da brividi al 29’ su rinvio di Pucci ed  una disattenzione su calcio d’angolo al 36’ che ha consentito a Davide Meliani di elevarsi solitario in area per un colpo di testa del quale non ha sfruttato traiettoria e trascendenza sprecando l’occasione, ma era stata chiamata a gran voce  l’attenzione a marcare l’8 (Sichi) e chiaramente il 6 era stato lasciato fare (….la forza intrinseca di confondere i numeri di maglia da lontano….), e non appare, quindi, logico e fondato giudicare il comportamento della fase difensiva contro il, praticamente, nulla, poiché Damiani cancella letteralmente l’unica punta Cervelli dal campo e colui che era designato ad appoggiarlo (Alessandro Meliani) si preoccupa maggiormente di aumentare la densità del centrocampo anziché supportare la fase di attacco. Ed è proprio qui che emerge la duttilità, la concentrazione e la caparbietà di Coppola, proprio dove è chiamato a scindersi in almeno quattro figure per contrastare il reparto avversario – interdizione, copertura, regia, inserimento – dovendo ovviare ai chiari luna di Diallo che si accende e spegne ad intermittenza, accalorandosi verbalmente per svegliarsi dal torpore, condizione che palesa anche sul suo punto forte, il colpo di testa, che alterna con interventi decisi ad alcuni fuori tempo condito da un appoggio fra le braccia del portiere a metà tempo, all’elastico di Vezzosi che percorre più volte i 30 metri che lo separano dalla chiusura su Lo Piano in fascia destra, di quanto non sale e scende sulla verticale, ed alle estenuanti pause di Ciufegni che si concede un aperitivo ogni qualvolta realizza qualcosa di buono in sede propulsiva e preferisce pascolare sugli angoli di destra o sinistra indistintamente, anziché restare a proporsi quale punto di riferimento dietro le punte. Pertanto se, ogni tanto, a Danilo scappa di pesticciare un avversario è capibile, visto il traffico nel quale deve operare, e diviene, altresì, omaggiabile l’ammirevole lavoro effettuato da Dainelli che, resosi conscio della difficoltà del reparto di fargli giungere palloni in continuità, aggiunge al suo pressing a tutto settore, anche profondi rientri in aiuto dei compagni di mezzo che danno conforto e respiro alla squadra, ma finiscono per fargli pagare il prezzo della fatica facendosi sentire su muscoli e volontà, annebbiandogli la parte finale del tempo. Non si spiegherebbe altrimenti, con l’aggiunta dei problemini settimanali accusati, il modo con il quale si fa raggiungere e chiudere in angolo da Fidanza una splendida ripartenza su palla riconquistata al 27’ nella quale sfugge in velocità all’opposizione di Caroti ultimo uomo verso la porta spegnendosi in rapidità poco prima l’ingresso in area di rigore. A margine di tutto lo schema lotta e si danna l’anima Cica, troppo spesso lasciato solo a combattere tutta la fortezza ospite, che vince i duelli, ma subito dopo viene ripreso, che anela un supporto che tarda ad arrivare o aspetta invano e, nell’unica occasione che gli vien concessa di esprimersi al 23’, fa scaturire quali possono essere le potenzialità di un maggior appoggio controllando e girando nello spazio di un secondo un servizio in verticale di Ciufegni in piena area non trovando il bersaglio grosso per un buon palmo. 

Il San Donato, poi, guardingo ha iniziato il tempo ed un po’ più accentuato lo finisce, ma senza mai rischiare di concedere spazi ad un movimento avversario che reputa sornione ed in agguato nel contempo, di cui non si fida e prova ne è la continua e scientifica scelta di tenere più folto possibile il centrocampo per cercare il soffocamento della manovra avversaria piuttosto che la sua proposizione di massa; Lo Piano scende invano lungo l’out sinistro: il fatto che vi si allarghi Cervelli per prendere d’infilata da lontano la marcatura e che il San Donato preferisca manovrare di più sul fronte opposto ne castrano le velleità e circoscrivono le opzioni dell’azione offensiva ospite. In definitiva se c’è succo da spremere alla partita, tutto quanto viene rimandato nel corso della ripresa.

Ci sono novità nelle formazioni che rientrano dal riposo: l’Usap cerca innervamento in mezzo al campo con l’inserimento di Giannini al posto di Vezzosi, scambiandosi il settore di competenza con Diallo; il San Donato sostituisce lo spento Luschi (vita grama con capitan Rocchino questa sera) con l’esperto Scarlatti che va a giostrare in una posizione molto più ampia infastidendo anche la monumentale coppia centrale locale, ed inserendo Shefquata davanti alla difesa con il compito di interdire, bloccare e spazzare, proponendosi quasi come un anticorpo ai compiti svolti, sul fronte opposto, da Coppola, ma, soprattutto, dà un’ acceleratina ai ritmi di gioco che comincia  ad imporre un po’ più frenetici e sostanziosi.

L’Usap tarda un pochetto ad adeguarsi alla nuova realtà e consente a Canocchi di mettere mostra tempestività e tecnica di gioco contrapponendosi alle punture degli attacchi ospiti. Ma alla prima occasione che la partita concede all’Usap, Ciufegni rischia di capitalizzare una punizione centrale dall’infinito al 51’ costringendo Corona al suo primo vero intervento della partita tuffandosi sulla sua sinistra per deviare il bolide in calcio d’angolo.

Un minuto dopo i due allenatori firmano l’accordo per rivoluzionare profondamente i due assetti in campo. Pellegrino dell’Usap rinuncia a malincuore all’infortunato Damiani per far entrare il legittimo capitano Pogosean ed inserisce il bomber Provvedi in luogo di Cica; Fanteria affonda il bisturi avvicendando Fidanza P., Sichi e Meliani A. con Fidanza M., Di Sibio e Santoli (non necessariamente contraltari) modificando sensibilmente manovra e coscienza tattica della sua squadra.

Ma il primo colpo è dell’Usap al 55’ con Provvedi che si esalta in slalom in piena area e appena trova lo spiraglio aperto cerca l’angolino alla destra di Corona che, da par suo, glielo chiude con padronanza. Un minuto dopo Pellegrino ricompone la coppia d’attacco con Graziano, e questa risulterà la mossa fantomatica.

Il San Donato non tarda poi tanto a rispondere all’occasione degli avversari: al 58’ orchestra un affondo sulla fascia sinistra nel quale Cervelli, che gode di maggior libertà rispetto alla marcatura intima di Damiani, suggerisce la conclusione all’inserimento di Scarlatti con pallone che finisce a lato di qualche centimetro. 

Al 60’ ritorna l’ispirazione nelle corde di Ciufegni stimolato dall’aumento di ritmo, si impossessa di un corto rinvio difensivo, supera d’infilata un avversario e conclude di sinistro con pallone deviato all’ultimo momento in corner, corre alla battuta dell’angolo e confeziona una traiettoria tagliente e pericolosa sulla quale un paio di capi dell’Usap arrivano il primo in anticipo ed il secondo in ritardo, il rinvio del portiere è corto e sia Graziano che Provvedi non riescono a trovare, nel furioso batti e ribatti che si origina a due metri dalla porta, la zampata giusta per scaricare il pallone in porta.

Al 67’ la miglior spinta dell’Usap pare giunta a buon fine allorché Provvedi apre chirurgicamente il contropiede per l’inserimento centrale di Graziano che sopravanza in velocità l’intera difesa ospite e, giunto a tiro di Corona, spara altissima la grande occasione.

Un minuto dopo Pellegrino chiude il confronto con la sostituzione avversaria (Maffei al 66’) inserendo Rea al posto di Ciufegni giunto a spegnere l’ultima candelina. 

L’ingresso dell’ultimo arrivato pare passare sottovoce, ma risulterà, forse, quello all’origine del successo finale dell’Usap, vediamo come……

Nel frattempo il San Donato prende pieno possesso del pallino del gioco, circondando Coppola con un movimento rapido e continuo che mette in difficoltà l’interdizione dell’Usap alla quale il solo Giannini riesce a dar corpo e supporto.

E quando al 74’ un malaccorto disguido nei dialoghi di centrocampo gialloblù consente una ripartenza alla mano fino a trovare Cervelli solo sul versante opposto di battere pericolosamente verso Cucini, ecco spuntare l’angelo liberatorio Rea che rimonta l’avversario e gli contra la conclusione a pochi metri dal traguardo in calcio d’angolo con una perfetta scivolata.

Ma l’offensiva del San Donato non si placa. Dall’angolo si origina un’azione confusa al limite dell’area della quale l’Usap non riesce a liberarsi fino a che il tiro entro i sedici metri di Maffei non viene intercettato e rimpallato con il corpo da Pucci. 

Nella prosecuzione dell’azione l’apertura laterale di Di Sibio libera Scarlatti per un lob che supera Cucini, ma si perde di pochissimo oltre la traversa.

Effettivamente la pericolosità degli ospiti adesso si può tastare con mano, aggrediscono dappertutto, non ti lasciano l’attimo per ragionare e diviene, quindi, categorico e stramazzante il minuto 79 allorché proprio il generoso Coppola commette l’ingenuità che fa ripartire velocemente Cervelli che supera l’uscita di Cucini con un preciso diagonale.  Un goal che avrebbe ammazzato chiunque, di quelli che non ammettono repliche, ma l’Usap di questa sera, quella di questi ultimi tempi, non ama i luoghi comuni. Dalla battuta dal centro si riversa in forze verso l’area ospite, in ben cinque toccano la palla prima dell’assist di Provvedi di testa per Rea che calcia a colpo sicuro e Corona compie un autentico miracolo nel deviarla lateralmente, verso la linea di fondo, ma proprio lì è appostato Graziano che raccoglie la respinta e infilza la palla in diagonale strettissimo nell’angolo opposto.

Nel giro di un minuto la partita torna al punto di partenza, anela la conclusione ai calci di rigore, ma le squadre non ci stanno. Il San Donato cerca di fotocopiare la ripartenza avversaria dal dischetto di centrocampo, ma si espone pericolosamente al contropiede locale e, difatti, quando Rocchi riconquista la palla che offre allo scarico su Graziano questi scorge il movimento di Provvedi e gli serve un passaggio che più millimetrico non si può mettendo il compagno in grado di calciare davanti a Corona per superarlo di giustezza nonostante l’estremo tentativo del bravo portiere ospite per intercettare il tiro.

E’ il goal dell’apoteosi per il suo realizzatore e per l’Usap e siamo soltanto al primo dei quattro minuti di recupero chiamati dalla terna pistoiese e, vista la ragia di questi ultimi palpitanti attimi, c’è da aspettarsi di tutto. Ed in effetti l’occasione ci starebbe anche, ma il traversone che supera la posizione di Pogosean pesca Cervelli in posizione di fuorigioco e da lì l’attesa del fischio finale è spasmodica ed invocata e quando arriva quasi estatica, allorché si arriva a realizzare la portata di quanto è accaduto e la reale successione degli episodi decisivi che hanno confezionato un risultato totalmente imprevedibile.

Adesso l’Usap è attesa alla impegnativa trasferta delle Cerbaie, la particolare configurazione del girone a tre della coppa, dal quale devono scaturire due qualificate, impone alla vincente del primo confronto di esaurire le sue dotazioni per concedere all’ultima partita il pathos necessario in funzione del passaggio di turno. Pertanto, il prossimo appuntamento di coppa sarà per il prossimo 2 dicembre, per un confronto che proporrà la rivincita dei padroni di casa sugli eventi che portarono alla loro esclusione dalla coppa lo scorso anno.   Bella partita!    

 

Mariano Rocchetta 

 


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